Piante allergeniche: Quali specie non dovrebbero essere presenti nelle aree urbane.

Anche l’autunno costituisce però un periodo critico, è vero?

Anche l’autunno costituisce però un periodo critico, è vero?

Le manifestazioni più classiche e note da secoli dell’allergia respiratoria sono costituite appunto da quelle stagionali primaverili, che interessano l’apparato respiratorio e frequentemente anche gli occhi con congiuntivite. Si tratta, come abbiamo già accennato in precedenza, delle allergie cosiddette stagionali, che insorgono quando i pollini ( equivalenti in linea di massima agli spermatozoi umani) di alcune erbe (Graminacee e, a Napoli ed in Campania soprattutto la Parietaria, della famiglia delle Urticacee) o di alcuni alberi (Olivo, Betulla ecc.) vengono immessi in atmosfera onde garantire la riproduzione ed il perpetuarsi della specie vegetale.

Ebbene questi pollini, una volta depositatisi sulle congiuntive o sulle mucose nasali o bronchiali dei passanti, liberano molto rapidamente il loro contenuto proteico; se questo contiene allergeni e se il soggetto è allergico, si innescheranno le reazioni di cui abbiamo detto in precedenza. Occorre dire però che non solo la primavera è una stagione foriera di reazioni allergiche dal momento che altre piante, ad esempio quelle della famiglia delle Composite (Assenzio o Ambrosia) liberano il loro polline allergenico in autunno.

D’altra parte anche le graminacee oltre che la Parietaria possono riprendere ad impollinare in autunno.

Esistono poi taluni alberi, come il Cipresso, che, liberando il polline nel periodo invernale, possono indurre l’insorgenza di pollinosi invernali, con rinopatie che assomigliano a quelle indotte da virus, mentre sono di tipo allergico. Un altro aspetto da considerare è quello relativo al ruolo dell’inquinamento atmosferico delle città con intenso traffico veicolare. E’ dimostrato che gli agenti dell’inquinamento urbano (polveri, ozono ecc.) vanno a potenziare gli effetti degli allergeni o aumentandone il potere allergenico o favorendo la loro penetrazione nelle vie aeree per l’azione proinfiammatoria da essi posseduta. Ne risulta che a soffrire di pollinosi sono prevalentemente gli abitanti delle città e d’altra parte i periodi caratterizzati da sintomi clinici tendono a diventare sempre più lunghi, non limitati quindi al periodo di presenza atmosferica del polline allergenico.

E’ possibile prevenire l’insorgenza delle malattie allergiche?

Quello della prevenzione costituisce uno dei momenti più importanti nel tentativo di ridurre l’insorgenza o la gravità delle malattie allergiche. Dal momento che è un argomento molto vasto mi limito a dire che le allergopatie da pollini stagionali sono prevenibili solo con l’allontanamento dalla zona ove sono presenti i pollini allergenici e ciò, ovviamente, non è semplice da realizzare per la gran parte delle persone. Per quanto riguarda le allergie perenni, soprattutto quelle più diffuse indotte dagli allergeni degli acari della polvere, si può attualmente far molto utilizzando idonee federe intorno ai materassi, eliminando moquette ed animali di pelouche ecc..

Fondamentale è poi smettere di fumare. E’ dimostrato infatti che il fumo, anche solo quello passivo, favorisce l’insorgenza e le esacerbazioni delle malattie allergiche.

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