Piante allergeniche: Quali specie non dovrebbero essere presenti nelle aree urbane.

E’ vero che le allergie con il trascorrere degli anni tendono a “trasformarsi”?

E’ vero che le allergie con il trascorrere degli anni tendono a “trasformarsi”?

Esistono dei periodi della vita in cui le allergie tendono a regredire ed altri in cui esse tendono ad aumentare. Ad esempio l’asma infantile tende frequentemente a regredire con la pubertà mentre questa patologia può invece insorgere o aggravarsi in menopausa. Vari e non tutti noti sono i motivi per spiegare questi eventi, indotti da stimoli ormonali oltre che da peculiarità anatomiche, come avviene alla pubertà con l’incremento del calibro bronchiale. Si dice inoltre che le malattie allergiche tendono a regredire dopo il 5°-6° decennio di vita. Ciò è solo in parte vero.

Esistono infatti alcune allergopatie, come l’asma bronchiale, che in taluni soggetti insorgono proprio in età adulta, talvolta anche in chi non ne aveva mai sofferto in precedenza. Occorre però sottolineare che anche quando la sintomatologia clinica regredisce o addirittura scompare, come avviene ad esempio con la pubertà, tende purtroppo a permanere, nel soggetto allergopatico, un substrato di iperreattività, cosiddetto “aspecifico”, a livello dell’organo di shock, nel nostro esempio a livello delle vie aeree, che predispone all’insorgenza di nuove crisi.

Ciò significa che l’asma può ricomparire se questi soggetti, forti del fatto che non hanno più sintomi e quindi dimentichi delle pregresse sofferenze, si espongono all’inalazione di concentrazioni elevate di allergeni o di altri agenti ad attività irritativa sulle vie aeree.Come si curano le malattie allergiche?Quali sono le novità? Come funzionano gli anticorpi monoclonali anti-IgE?Se, nonostante tutti i tentativi di prevenzione, le malattie allergiche insorgono con sintomi clinici più o meno intensi, occorre mettere in atto idonee misure farmacologiche, che adesso consentono di curarle adeguatamente e di migliorare in modo deciso la qualità della vita dei soggetti affetti da queste malattie. Nel contesto dei farmaci dobbiamo differenziare quelli ad attività sintomatica, come gli antistaminici nella rinite ed i broncodilatatori beta-2-stimolanti, sia a breve (salbutamolo, terbutalina, fenoterolo) che a lunga durata d’azione (formoterolo e salmeterolo) nell’asma, da quelli definibili “di base”, in grado cioè di ridurre l’infiammazione allergica delle vie aeree.

Tra questi ultimi sono da annoverare, al primo posto, i corticosteroidi (budesonide, beclometasone, flunisolide, fluticasone, mometasone ecc), soprattutto quelli somministrabili per via inalatoria. Tra i farmaci utili nella terapia dell’asma, dobbiamo annoverare gli antileucotrienici (montelukast ), gli anticolinergici (ipratropium e oxitropium bromuro) ecc,. Da alcuni anni sono in commercio per la terapia dell’asma bronchiale allergico severo persistente le anti-IgE (omalizumab), anticorpi monoclonali che, iniettati per via sottocutanea, sono in grado di bloccare le IgE in circolo impedendo il loro legame alle cellule infiammatorie ed impedendo di conseguenza le reazioni allergiche.

Negli anni recenti studi epidemiologici hanno permesso di verificare che la prevalenza delle malattie allergiche respiratorie ed in particolare dell’asma bronchiale è aumentata negli ultimi tre decenni in tutto il mondo occidentale ed, in parallelo, molte ricerche sono state condotte nel tentativo di approfondire le nostre conoscenze sull’eziopatogenesi di queste patologie.

Le allergopatie respiratorie costituiscono il risultato di una interazione tra fattori genetici ed ambientali, ma, dal momento che l’aumento di prevalenza è avvenuto nel giro di pochi anni, non è ipotizzabile che siano intervenute variazioni genetiche, mentre è più verosimile l’intervento di fattori ambientali. Tra questi l’inquinamento atmosferico, pur non essendo l’unico fattore in causa, svolge sicuramente un ruolo importante.

shares