LE COMPLICAZIONI POLMONARI DELLE POLMONITI DA COVID19 Professore Gennaro D’Amato

Quali sono le complicazioni polmoniti da Covid19 ?
Quali compromissioni della funzione respiratoria riportano i soggetti guariti?

Come è noto nella pandemia da Covid19 il virus SARS-Cov-2 ha colpito molte persone con vari aspetti di gravità che sono state evidenziate in particolare con le autopsie, praticate soprattutto in Italia mentre in Cina ne erano state effettuate in numero molto ridotto.

Ebbene con le autopsie è stato possibile evidenziare le patologie spesso gravi, soprattutto nel primo mese e mezzo di patologia con coinvolgimento respiratorio caratterizzato soprattutto con polmoniti interstiziali.

Fu poi evidenziato il coinvolgimento cardiocircolatorio cardiocircolatorio con tromboembolie non solo nel circolo polmonare ma anche generalizzate nel circolo sistemico con coagulazioni intravascolari disseminate (CID) che i clinici hanno imparato a trattare con eparina a basso peso molecolare (CLexane) in dosi variabili a seconda dell’entità della patologia.

Con questa terapia anticoagulante è stato possibile evidenziare, anche ex juvantibus, che erano soprattutto le tromboembolie a determinare aggravamenti delle patologie da Covid19 ed il corretto trattamento delle espressioni tromboemboliche ha consentito di salvare molte più persone affette da Covid19 senza la necessità più di intubarle e ventilarle in coma farmacologico come era stato fatto in precedenza quando le nostre conoscenze erano scarse per le scarse informazioni avute dai colleghi cinesi che oltretutto sconsigliavano l’utilizzo di corticosteroidi (cortisone) che invece si è dimostrato decisamente utile, soprattutto in fase iniziale insieme da altri farmaci come antibiotici e l’idrossiclorochina, accanto ad altri però di uso ospedaliero come il Tocilizumab, il Remdesivir, le gammaglobuline da plasma di soggetti guariti ed altri farmaci , alcuni dei quali ancora in sperimentazione in molti studi in varie nazioni insieme con le preparazioni di vaccini antiCovid 19 che dovrebbero essere disponibili a partire , verosimilmente, dalla fine del 2020.

Nei soggetti guariti da polmonite da Covid-19 , soprattutto in quelli che hanno sofferto di forme gravi e sono stati intubati e trattati in rianimazione , si osservano frequentemente alla TAC ad alta risoluzione segni diffusi di fibrosi polmonare con compromissione della funzione respiratoria. In breve i polmoni colpiti dall’infezione e nei quali si è sviluppata l’interstiziopatia con cicatrizzazione perdono l’elasticità che li caratterizza in condizioni normali e la propria struttura, alterata dalla polmonite da Covid19 e diventata rigida , non è in grado di garantire una ventilazione normale ed una funzionalità respiratoria ottimale.

In breve i pazienti affetti da polmoniti da Covid19 con interstiziopatie (fibrosi polmonari con cicatrici interstiziali di vario grado ed entità, a seconda della gravità della polmonite) possono andare incontro ad una insufficienza respiratoria ipossiemica (ossia ridotta saturazione di ossigeno nel sangue con le conseguenze che la ipossiemia determina a tutto l’organismo).

La fibrosi polmonare può costituire l’esito di una patologia che ha coinvolto molte persone e diventare il pericolo di domani per molti sopravvissuti a Covid-19 e che hanno incominciato a soffrire nella fase postCovid di insufficienza respiratoria ipossiemica.

Ne consegue che è importante seguire questi pazienti non solo con farmaci ma anche con riabilitazione respiratoria. In breve è opportuno seguire in questi pazienti l’evoluzione delle interstiziopatie con valutazioni cliniche specialistiche periodiche, con esami funzionali e con TAC ad alta risoluzione nonché con analisi di laboratorio periodiche comprensive degli indici infiammatori onde seguire correttamente l’evoluzione del processo.

Nei soggetti con patologia ostruttiva respiratoria come asma o broncopneumopatia cronica ostruttiva che sono stati colpiti anche da Covid19 è ovviamente importante continuare il trattamento antiasmatico ed antiBPCO che verte soprattutto sulla terapia inalatoria con corticosteroidi e con broncodilatatori betaduestimolanti longacting ed anticolinergici a dosi variabili a seconda dell’entità della sintomatologia e delle lesioni ostruttive e da Covid.

Prof Gennaro D’Amato Pneumologo Allergologo.

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