Asma: La “fame d’aria” il disturbo più temuto da chi soffre di questa patologia.

L’asma è una malattia polmonare cronica caratterizzata da sintomi respiratori ricorrenti come mancanza di respiro, respiro sibilante, oppressione toracica e tosse.

Durante un attacco d’asma, la mucosa delle vie aeree si infiamma, i muscoli intorno si contraggono e il muco blocca le vie aeree, soprattutto quelle più piccole nei polmoni, rendendo difficoltosa la respirazione. L’asma È “fame d’aria”che può assalire di giorno dopo una corsa, oppure è così infida da presentarsi di notte, magari con un’intensità tale da costringere a correre al pronto soccorso. Con disturbi così particolari da non lasciare dubbi: Fame d’aria, tosse, catarro e respiro sibilante ( simile a un fischio).

La “fame d’aria” è il disturbo più temuto da chi soffre di asma

Nel mondo secondo la Global Initiative for Asthma (Gina) ci sono oltre 300 milioni di persone che soffrono di questa malattia. In Europa, sempre secondo Gina, ci sono oltre 30 milioni di asmatici In Italia gli asmatici sarebbero oltre 3 milioni. Chi ha questa patologia delle vie aeree è in compagnia di molti altri, infatti colpisce in Italia oltre il 5% della popolazione adulta e oltre il 15% di quella infantile. In totale, circa tre milioni di Italiani, mentre la popolazione globale degli allergici, (comprendendo anche le allergie nasali e quelle alimentari), è di molto maggiore. Le cause dell’asma non sono ancora totalmente note. Si sa che alla base c’è la predisposizione ereditaria, tanto che spesso chi ne soffre ha dei precedenti in famiglia. In una certa percentuale dei casi, che è ben oltre il 50% nell’età infantile e giovanile, è di origine allergica.Con la respirazione entrano nell’organismo sostanze che agiscono da potenti stimoli infiammatori, come pollini delle piante, cacchine degli acari della polvere, forfore di animali da appartamento. Sono causa di infiammazione della mucosa delle pareti interne dei bronchi che si restringono di calibro, provocando broncospasmo e broncoostruzione.

A peggiorare lo stato di salute dei bronchi concorrono le infezioni respiratorie, l’inquinamento e il fumo di sigaretta, compreso quello passivo, ma anche l’inalazione di odori gradevoli come i profumi.

Tutto questo provoca, come effetto finale, i ben noti disturbi asmatici. L’asma ha il difetto di essere una patologia cronica,( ad eccezione dell’asma infantile che tende a regredire con lo sviluppo (lo sviluppo, con l’aumento del volume del torace, tende a fare aumentare il diametro dei bronchi e quindi l’asma tende a regredire anche per questo, per l’aumento d elle dimensioni dei bronci)

Cioè chi si ammala purtroppo non guarisce più. È vero però che è possibile tenere sotto controllo l’asma e condurre una vita normale, ma alcuni studi hanno consentito di evidenziare che i pazienti scrupolosi, cioè quelli che rispettano lo schema della cura messo a punto dal medico e si sottopongono a visite regolari, sono solo il 10%. E tutti gli altri?

Quasi sempre tendono a gestire da sé la malattia, senza l’aiuto del medico. Uno sbaglio,perché in questo modo la malattia tende a peggiorare sempre di più. Risultato di questa superficialità: crisi così gravi da dover correre al pronto soccorso.Eppure il bagaglio dei farmaci è decisamente nutrito. Le cure per tenere sotto controllo l’asma sono molto migliorate in questi ultimi anni. Il vantaggio è di poter avere i farmaci giusti per ogni stadio della malattia, dalla forma lieve a quella più grave.

Le cause dell’asma sono molteplici.

Si sa che alla base c’è la predisposizione ereditaria (è su base genetica l’iperreattività bronchiale, ossia la tendenza dei bronchi ad ostruirsi, impedendo il passaggio corretto dell’aria fino ai polmoni nella fase inspiratoria e, soprattutto, all’aria che dovrebbe uscire dai polmoni attraverso i bronchi, nella fase espiratoria), tanto che spesso chi ne soffre ha dei precedenti in famiglia. In una certa percentuale dei casi, che è ben oltre il 50% nell’età infantile e giovanile, è di origine ALLERGICA Ma non esiste solo l’asma allergica (o allergico, si può dire in entrambi i modi) , c’è anche quella cosiddetta intrinseca o non allergica (la differenza è che mentre nell’asma allergico è possibile identificare gli allergeni scatenanti utilizzando i test allergologici

(Prick test sulla cuta degli avambracci con estratti allergenici oppure nel siero di sangue il RAST che dosa gli anticorpi dell’allergia verso gli aeroallergeni prodotti individualmente dagli asmatici allergici)negli asmatici intrinseci o non allergici i test saranno negativi eppure questi pazienti soffrono anch’essi di asma che in questi casi non è scatenata dagli allergeni ma da altri fattori cosiddetti aspecifici (freddo, fumo, polveri ecc)

. Entrambe le forme di asma hanno una caratteristica comune che è l’iperreattività bronchiale, ossia la tendenza dei bronchi ad ostruirsi in modo più o meno intenso e variabile da momento a momento come abbiamo accennato in precedenza. . Con la respirazione entrano nell’organismo sostanze che agiscono da potenti stimoli infiammatori, come pollini delle piante, cacchine degli acari della polvere, forfore di animali da appartamento. Sono causa di infiammazione della mucosa delle pareti interne dei bronchi che si restringono di calibro, provocando broncospasmo e broncoostruzione.

Molte sono le domande che i pazienti o i loro familiari rivolgono al proprio medico, a proposito di patologie come quelle che coinvolgono l’apparato respiratorio e che riguardano soprattutto l’asma bronchiale.

Lo stupore dei pazienti asmatici: DOTTORE, CHE MI STA SUCCEDENDO?

In particolare è evidente che chi soffre di asma, con una frequenza più o meno ravvicinata di crisi ostruttive delle vie aeree, non riuscendo a fare entrare l’aria nei polmoni ed emettendola con difficoltà,avverta la necessità di chiedere cosa gli stia succedendo. Il respirare è un bene prezioso e quando quest’atto diventa difficoltoso non c’è da stupirsi che il paziente si preoccupi. Egli chiede di sapere come mai all’improvviso sia diventato asmatico, a quali rischi può andare incontro, se riuscirà mai a debellare quel malanno, se guarirà mai, cosa deve fare per prevenire quei sintomi preoccupanti e per evitare che il tutto peggiori. Non è poi da sottovalutare la sintomatologia rinitica che, quando è intensa a livello di naso ostruito o di continuità di starnutazione e rinorrea, logora non poco il paziente, alterandone la qualità della vita.

Cosa dire poi di quando l’asma non tende a regredire nonostante le terapie o di quando si associa con l’anafilassi, una sindrome insidiosa e subdola che porta al collasso improvviso e talvolta purtroppo irreversibile? Se l’asma è indotto oltre che da allergeni inalanti anche da alimenti, è possibile prevenire le crisi mangiando alcuni cibi al posto di altri?

E se un soggetto presenta sintomi di tipo allergico respiratorio o di altro tipo quando assume farmaci, e deve praticare terapia per una patologia qualunque, quali sono i rischi di avere reazioni?

Queste ed altre domande possono essere poste in modo bonario da un paziente incolto, ma possono giungere anche da chi ha una cultura medica di discreto livello. Ne consegue che il medico si può trovare impreparato a rispondere, deludendo il paziente che aveva riposto in lui la sua fiducia.

Ebbene, deludere un paziente è quanto di peggio possa accadere a chi esercita la professione medica. In un’era in cui la medicina tende a diventare sempre più tecnologica, il medico spesso perde il contatto umano con il paziente che viene visto QUANDO MANCA IL RESPIRO … sempre più frequentemente solo come un caso clinico o una cartella su cui vanno scritti accuratamente codici di malattie e di dimissioni.

Il paziente non viene valutato come una persona che ha un suo vissuto, suoi rapporti, suoi problemi che vanno oltre la problematica clinica. Il medico deve invece tener presente che i pazienti che si rivolgono a lui hanno spesso uno stato d’ansia da “camice bianco” e talvolta hanno paura di sentirsi dire che la malattia di cui soffrono è grave. È opportuno cioè, che il medico non si limiti ad un’anamnesi relativa ai sintomi,ma che consideri anche l’ambiente sociale e culturale del paziente. In altri termini, il medico deve poter comunicare non solo professionalità fredda ma anche affabilità e fiducia.

Prof.Gennaro D’Amato

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