I postumi DELLE POLMONITI DA COVID-19.
La negativizzazione dei tamponi non sempre indica GUARIGIONE!
Quali sono le complicazioni delle polmoniti da COVID-19?
Quali compromissioni della funzione respiratoria riportano i soggetti negativizzati?
Come è noto, durante la pandemia da COVID-19 il virus, SARS-CoV-2, ha colpito molte persone con vari aspetti di gravità che sono state evidenziate in particolare con le autopsie (praticate soprattutto in Italia durante la prima e la seconda ondata di Covid19) mentre in Cina ne erano state effettuate in numero molto ridotto.
Ebbene attraverso le autopsie dei deceduti per COVID -19 è stato possibile evidenziare patologie spesso gravi, con coinvolgimento respiratorio caratterizzato in particolare da polmoniti interstiziali e da tromboembolie polmonari (lo score dei radiologi va fino a 20 per le immagini delle TAC polmonari nel senso che le espressioni più gravi hanno il punteggio di 20, equivalente ad un interessamento diffuso, di entrambi i polmoni, e questi soggetti vanno intubati perché con un tale impegno grave non riescono a garantire una ossigenazione ottimale all’organismo.
Nei casi di miglioramento delle polmoniti ai controlli TAC successivi si osserva una progressiva riduzione delle opacità con riduzione del punteggio via via verso 10 e a scendere ancora). Oltre alle polmoniti interstiziali, è stato evidenziato il coinvolgimento cardiocircolatorio con tromboembolie non solo nel circolo polmonare, ma anche generalizzate nel circolo sistemico con coagulazioni intravascolari disseminate (CID) , che i clinici hanno imparato a trattare con eparina a basso peso molecolare (Enoxaparina) in dosi variabili, a seconda dell’entità della patologia.
Con la terapia anticoagulante è stato possibile evidenziare, anche ex adjuvantibus, che erano soprattutto le tromboembolie a determinare aggravamenti delle patologie da COVID-19 ed il corretto trattamento delle espressioni tromboemboliche ha consentito di salvare molte più persone affette da COVID-19 senza la necessità diffusa di intubarle e ventilarle in coma farmacologico come era stato fatto in precedenza, quando le conoscenze erano ridotte per le poche informazioni avute dai colleghi cinesi, che oltretutto sconsigliavano l’utilizzo di corticosteroidi (cortisone) che invece , dopo tre-quattro giorni dall’insorgenza della sintomatologia e/o dalla positività del tampone molecolare, si è dimostrato utile, in associazione ad altri farmaci in particolare la già citata eparina a basso peso molecolare (vedi pubblicazioni D’Amato G et al Multidisciplinary Respiratory Medicine 2020 e 2021 in pubmed riportate nella pagina facebook respiro Italia e nel sito www.respiroItalia.org) .
Ora la possibilità di utilizzare precocemente gli ANTICORPI MONOCLONALI ,che si stanno dimostrando MOLTO UTILI nella terapia del Covid19 ,sta consentendo di curare in modo ottimale i pazienti Covid19 SALVANDO MOLTE VITE (sul meccanismo d’azione dei monoclonali abbiamo già parlato in vari articoli nella pagina fb Respiro Italia e nel sito www.RespiroItalia.org).
LE SINDROMI RESPIRATORIE POSTCOVID19
Stiamo seguendo molti pazienti con postumi interstiziopatici da Covid19 che si evidenziano con chiare immagini di interessamento interstiziale di varia entità, a seconda della gravità della patologia polmonare da Covid di cui hanno sofferto. La sintomatologia di questi pazienti è caratterizzata da tosse e affanno oltre che da dolore toracico ed astenia (mancanza di forze di varia entità) .
Essi si stanno avvantaggiando con la ginnastica respiratoria (toracica e addominale diaframmatica) ed utilizzando l’uso di spray e/o polveri inalatorie di associazioni tra broncodilatatori beta-2-stimolanti long acting (formoterolo, salmeterolo, vilanterolo) e corticosteroidi (Budesonide, Fluticasone , beclometasone ecc) da inalare per almeno tre-quattro mesi dopo la negativizzazione e sotto stretto controllo medico. Consigliamo controlli mensili di analisi di laboratorio, in particolare il D-Dimero oltre alla routine con Emocromo, VES , prot C reattiva ecc. per eventuale integrazione della terapia. Con queste modalità di trattamento stiamo vedendo che le complicazioni interstiziopatiche tendono a ridursi fino anche a scomparire con restitutio ad integrum del polmone di questi soggetti. Ciò significa che le complicazioni polmonari da Covid19 possono essere curate adeguatamente fino a guarigione e che può essere evitato il peggioramento verso una fibrosi polmonare irreversibile.
Prof Gennaro D’Amato