Quando il sole porta salute: la vitamina D . Quali sono i fattori che ostacolano la produzione di questa sostanza ?

La vitamina D è una vitamina liposolubile che si accumula nel fegato e nel tessuto adiposo si sintetizza soprattutto, attraverso la pelle per esposizione ai raggi solari, mentre è scarsamente presente negli alimenti.

È bene sottolineare che la vitamina D, a dispetto del suo nome, non è affatto una vitamina ma un vero e proprio ormone che regola il metabolismo del calcio: appartiene alla famiglia degli ormoni steroidei come gli ormoni del surrene e gli ormoni sessuali

L’importanza di questa vitamina per la salute è ormai accertata ma dalla 63esima sessione scientifica annuale dell’American College of Cardiology è arrivata una conferma in più. Secondo lo studio, compiuto su 1484 pazienti da un team di ricercatori dell’Ospedale Maggiore della Carità dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale, chi è carente di vitamina D (livelli inferiori a 20ng/mL) ha un rischio più alto del 32% di sviluppare coronaropatia (patologia delle arterie coronariche).

Le fonti grazie a cui il nostro organismo può ottenere vitamina D sono essenzialmente l’alimentazione e l’esposizione al sole.

Non sempre ci si rende conto di essere soggetti ad una possibile carenza di vitamina D fino a quando essa non viene diagnosticata (solitamente con un esame del sangue).

La vitamina D è presente in alcuni alimenti come latte e uova ma, la maggior parte di questa sostanza, il nostro organismo è in grado di sintetizzarla da solo a partire dai raggi solari grazie alla pelle. Secondo gli esperti sono sufficienti 20 minuti al giorno di esposizione alla luce del sole per garantire il giusto apporto di questa vitamina al nostro corpo.

Con alcuni alimenti è possibile assumere vitamina D anche se in maniera non sufficiente a raggiungere il fabbisogno.

Si tratta in particolare di cibi di origine animale come pesce, latte e uova o di alimenti fortificati (in cui quindi è ben indicata in etichetta la presenza di vitamina D addizionata).

Esistono anche alcuni alimenti di origine vegetale con un certo quantitativo di questa vitamina, si tratta in particolare dei funghi.

 A chi manca la vitamina D? 

La sua carenza, negli ultimi decenni, sta diventando molto più frequente che in passato; a lamentarne un deficit sono soprattutto le persone anziane (costrette in casa o nelle strutture di ricovero e che quindi non riescono a godere a sufficienza dell’irradiazione solare), coloro che non si possono esporre al sole a causa di problemi dermatologici,

Le persone con la pelle scura, le donne che indossano veli o che comunque espongono scarsamente il loro corpo al sole, le persone che fanno uso di filtri solari (protezioni molto elevate) o la presenza di patologie che interferiscono con l’assorbimento della vitamina D come la celiachia.

 

Fattori che ostacolano la produzione 

Bisogna stare attenti però ad alcuni fattori che ostacolano la produzione di questa sostanza. Ad esempio le protezioni solari che se da una parte ci proteggono dai raggi ultravioletti dall’altra non permettono la sintesi di vitamina D. Vi consigliamo quindi di utilizzare le creme protettive nelle ore più calde del giorno riservando almeno una mezz’ora di tempo ad una esposizione senza crema (ovviamente quando il sole è basso e non vi è più il rischio di scottature

Altri fattori che inibiscono l’assorbimento di vitamina D sono l’obesità, un’esposizione alla luce che avviene dietro una finestra (il vetro ostacola il passaggio delle radiazioni solari) l’inquinamento atmosferico e l’anzianità (superata una certa età, infatti, si va incontro fisiologicamente ad una minore produzione cutanea di vitamina D).

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