I batteri si mostrano sempre più resistenti ai farmaci attualmente in commercio. Ecco quali sono le conseguenze della resistenza batterica

Introduzione

 

La resistenza batterica sta diventando ormai una realtà pressante: gli antibiotici attuali stanno perdendo anno dopo anno la loro forza nel combattere le più comuni malattie infettive. La ragione? Li usiamo troppo. Ne abusiamo anche quando non sarebbe necessario.

La notizia arriva dalle Nazioni Unite, che hanno dovuto ammettere il problema.

Cos’è la resistenza batterica

La maggior parte degli antibiotici oggi in circolazione (ne esistono 15 classi) sono stati scoperti nella metà del secolo scorso. L’ultima è stata scoperta negli anni Ottanta. La ricerca ha abbandonato il campo e di conseguenza si è fermata la produzione di nuovi antibiotici. Quelli che abbiamo oggi, sono somministrati da anni e hanno perso gran parte della loro efficacia. Come la streptomicina, l’isioniazide e la rifampicina. Il problema degli antibiotici è che quando vengono assunti con un dosaggio basso, come spesso accade, uccidono solo i batteri più deboli, mentre i sopravvissuti diventano ancora più resistenti. È come se i batteri fossero ormai ‘vaccinati’ agli antibiotici: una piccola quantità non li distrugge e anzi gli permette di capire come resistervi.

L’Italia non è avulsa da questo tipo di problemi, anzi., secondo l’EFSA e altre agenzie europee nel nostro Paese si consumano fin troppi antibiotici.

Meccanismi di resistenza agli antibiotici

Nel momento in cui ci si inoltra per la prima volta nel mondo dei microorganismi si rimane sicuramente colpiti da due elementi caratteristici: la grande varietà di specie batteriche presenti in ogni ambiente e la facilità con cui  questi possono aumentare di numero. Addentrandosi ancor più in questo pianeta ci si rende effettivamente conto che l’ordine di grandezza di questi elementi gioca un ruolo di primo piano su tutto ciò che riguarda i batteri. Quando la consistenza di una popolazione microbica assume valori superiori al  milione di individui diviene altamente probabile che in più di una cellula si verifichino eventi spontanei che ne modificano il patrimonio genetico. Tali mutazioni potrebbero favorire l’insorgenza del microorganismo più adatto a prevalere quando le condizioni ambientali si dovessero modificare.

Ma le possibilità di adattamento sono praticamente illimitate se consideriamo il numero dei geni che i batteri hanno a disposizione per ritrovare la combinazione più opportuna per sopravvivere in qualsiasi circostanza. A differenza delle altre specie viventi, infatti, che non sono in grado di avere scambi di materiale genetico tra specie diverse, questo fenomeno nei microorganismi appare una consuetudine, pur nelle sue forme più primitive. Attraverso i plasmidi coniugativi, che veicolano spesso transposoni che sono in grado di catturare geni da microorganismi diversi, l’informazione genetica  passa di specie in specie mettendo a disposizione di ciascun individuo un pressochè illimitato assortimento di geni. Questo spiega perché, da una parte, si ricerca sempre più nei batteri la soluzione ai nostri problemi energetici, alimentari, terapeutici e così via, e, dall’altra, appare senza fine la battaglia verso microorganismi agguerriti sempre più adatti a tollerare la presenza degli antibiotici.

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