Finalmente un bando europeo su tre pesticidi per salvare le api.

I pesticidi sono davvero nocivi per le api, lo confermano 18 anni di dati

L’impatto negativo che i pesticidi possono avere sulle api alimenta un dibattito mai del tutto sopito che, nel tempo, ha corso il rischio di diventare banale. Ora, grazie a uno studio condotto in Inghilterra e alimentato dai dati relativi a 62 specie di api raccolte nell’arco di 18 anni, è stato stabilito che è l’esposizione alla classe di pesticidi chiamati neonicotinoidi a essere particolarmente pericolosa.

I neonicotinoidi sono insetticidi neurotossici derivati della nicotina, introdotti come alternativa sicura al para-diclorodifeniltricloroetano (Ddt) dopo che è stato bandito in diversi Paesi, tra i quali l’Italia a partire dal 1978.

Lo studio  pubblicato sulla rivista Nature Communications, condotto da diversi ricercatori coordinati da Ben A. Woodcock del Centre for Ecology and Hydrology di Wallingford (Regno Unito), sembra mettere tutti d’accordo. Oltre a ciò, anche se la ricerca fa rapidi accenni all’argomento, gli stessi pesticidi potrebbero essere dannosi per altri tipi di colture tra i quali i girasoli   da cui si ricavano oli alimentari.

La ricerca ha stabilito che tra le colonie di api esposte ai neonicotinoidi si registrano tassi di mortalità elevati, causati anche dalla perdita delle capacità di impollinazione indotta da questi pesticidi.

Dara Stanley, docente di ecologia vegetale all’Università nazionale d’Irlanda, nel 2015 aveva condotto una ricerca simile, ha commentato con sollievo il nuovo studio che ha il pregio di verificare gli effetti dei pesticidi sul lungo periodo.
Oggi , finalmente ,secondo un’esclusiva del Guardian, la Commissione europea ha proposto il divieto a livello Ue per l’imidacloprid e il clothianidin della Bayer, e il thiamethoxam della Syngenta, tre insetticidi sistemici appartenenti appunto alla famiglia dei neonicotinoidi. Se tale proposta diventasse legge, questi insetticidi verrebbero banditi definitivamente. Unica scappatoia proposta, potrebbe essere l’uso in serre “in cui la coltura soggiorna per il suo intero ciclo di vita all’interno della serra e non è quindi ripiantata al di fuori”
.La proposta della Commissione si basa su valutazioni dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA)pubblicati nel 2016 , che concordano con valutazioni scientifiche indipendenti dei pericoli associati ai neonicotinoidi, come ad esempio una valutazione a livello globale del 2014 e una del 2015 per l’Europa , così come larevisione delle più recenti evidenze scientifiche , commissionata da Greenpeace e pubblicata nel 2017.

 

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