Il nostro amatissimo gatto di casa potrebbe procurare allergie al bambino?

 

Insieme agli allergeni liberati degli acari, quelli del gatto rappresentano le principali  cause di asma allergico nel mondo, anche in età infantile.

Certamente, se c’è familiarità allergica, è preferibile  non avere gatti in casa, anche per evitare che ci si possa affezionare ad essi, rendendo poi problematico il loro allontanamento.
Nel Nord Europa il 50-70% dei bambini asmatici ha una sensibilizzazione  agli animali domestici; il 23-34% dei bambini in età scolare vive in casa con un cane o un gatto. Studi condotti sulle  popolazioni  a più elevata presenza  di gatti nell’ambiente domestico hanno evidenziato una percentuale più alta di allergia.

Ma perché il gatto di città risulta “colpevole” di procurare asma più del cugino di campagna?

Nelle città il rischio è maggiore perché gli animali  domestici  vivono  in  ambienti  confinati  relativamente ristretti, riscaldati, con arredamento imbottito, tappeti e moquettes, su cui i derivati epiteliali di questi animali tendono ad essere facilmente trattenuti. In questi contesti la quantità di allergeni di provenienza animale evidenziabile può essere  molto alta. Al contrario,  nelle aree rurali  gli animali vivono abitualmente, o prevalentemente,  all’esterno   delle  abitazioni  con  conseguente  minor-grado  di  contaminazione  degli ambienti confinati.  Inoltre,  nelle comunità rurali il contatto tra l’uomo e gli animali da fattoria e con le loro deiezioni, nonché con endotossine batteriche, è sempre piuttosto rilevante. Si ritiene che questo contatto molto stretto fin dalla nascita rappresenti,  grazie soprattutto alle endotossine, uno stimolo a risposte immunologiche protettive, come quelle di tipo Th1.

Come   mai  i  sintomi  dell’allergia  respiratoria  da  allergeni   di gatto possono  comparire anche  se non ci sono gatti in giro?

Non è necessaria la presenza del gatto, perché si scateni l’allergia; infatti, gli allergeni restano presenti nell’aria e nella polvere di casa per molto tempo, anche per più anni, dopo l’allontanamento del- l’animale. Essendo molto volatili e veicolati da particelle piccolissime, di diametro fino a 5 micron, gli allergeni di gatto risultano particolarmente aggressivi per le vie aeree, penetrano in profondità a livello broncopolmonare e scatenano crisi asmatiche nei soggetti sensibilizzati.  L’allergene maggiore di gatto, la proteina Fel d1, è rilevabile anche in ambienti dove l’animale non è mai stato presente: ad esempio, nelle scuole, sui mezzi pubblici, in locali quali cinema, teatri, ecc.

Gli allergeni del gatto sono infatti considerati ubiquitari, dopo che studi recenti della letteratura ne hanno dimostrato la presenza in ambienti non frequentati dall’animale: semplice- mente, le proteine allergeniche vengono diffuse ovunque e sono trasportate passivamente su abiti, calzature, borse, zaini, oggetti vari, di quanti sono entrati in contatto con il micio.
Ovviamente, questa constatazione suggerisce  l’opportunità  di  frequenti  lavaggi degli abiti dei possessori di gatti o, comunque, di individui che vengono a contatto diretto con questi animali.

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