Reflusso gastroesofageo: può favorire l’insorgenza di asma? Prof.Gennaro D’Amato

Cos’è il reflusso gastroesofageo?

La malattia da reflusso gastroesofageo si verifica quando i succhi gastrici vengono in contatto con la parete dell’esofago, provocando bruciore dietro lo sterno e rigurgito acido. Il passaggio di acido dallo stomaco all’esofago avviene fisiologicamente durante la giornata, soprattutto dopo mangiato.

Tuttavia, se questi eventi superano una determinata soglia, in termini di frequenza e durata, si verifica una vera e propria malattia. È una condizione che colpisce circa il 10-20% della popolazione in Europa ma è meno frequente nelle popolazioni asiatiche

Mi è stata diagnosticata la presenza di un reflusso gastroesofageo. Può favorire l’insorgenza dell’asma?

Il rapporto  fra aggravamento dell’asma (ed in particolare  fra la comparsa di asma notturno), e il reflusso gastroesofageo (RGE) è ancora discusso, sebbene compaia con frequenza circa 3 volte mag- giore nei pazienti asmatici. La maggior parte di questi pazienti ha anche un’ernia iatale.
Il flusso retrogrado nell’esofago di materia- le proveniente dallo stomaco, non antagonizzato dall’ attività peristaltica dell’esofago stesso, è correlato ad insufficienza funzionale dello sfintere esofageo inferiore,  che può essere a sua volta determinato da altri fattori, come un ritardo dello svuotamento gastrico.
L’azione del succo gastrico acido sulla mucosa esofagea determina a lungo andare infiammazione (esofagite), indi erosione e ulcerazione; talora risulta anche diminuita la secrezione  salivare,  per cui viene ridotta la normale attività neutralizzante svolta dai bicarbo- nati della saliva. Il trattamento si avvale di farmaci che riducono o inibiscono la secrezione cloridropeptica,  che migliorano la motilità gastro-esofagea e che proteggono la mucosa.

Nei pazienti asmatici si procede ad un monitoraggio simultaneo del pH esofageo e della funzionalità respiratoria.

Il trattamento medi- ciò è relativamente semplice ed efficace, e consiste in pasti piccoli e frequenti senza assunzione di altro cibo o bevande tra i pasti, in particolare al momento di coricarsi. Vanno inoltre evitati i grassi.
alcool,  teofillina,  beta-agonisti orali,  antagonisti dei recettori  H, dell’istamina, ed in genere i farmaci che aumentano la pressione esofagea inferiore.  È consigliabile tenere il letto inclinato in modo che la testa sia più alta. Soltanto in un numero limitato di pazienti che non rispondono  alla terapia è necessario  ricorrere alla corre- zione chirurgica,  che non in tutti i casi è risolutiva

Prof. Gennaro D’Amato 

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