Le allergie in gravidanza migliorano o peggiorano?

Introduzione

Asma bronchiale: sono molte le donne in attesa a soffrirne, si pone il problema di come trattarla per non causare problemi al feto.

L’asma in gravidanza può oggi essere curata con i farmaci appropriati. L’asma è una malattia infiammatoria, colpisce le vie aeree nei soggetti predisposti provocando episodi, più o meno ricorrenti, di respiro sibilante..

 

Che cosa succede in gravidanza? Le allergie migliorano o peggiorano?

Dipende molto da persona a persona e da gravidanza a gravidanza: in un terzo dei casi le condizioni migliorano, in un terzo rimangono stabili, in un terzo peggiorano.

 È vero che la gravidanza è un periodo sensibile per la comparsa di nuove allergie?

“Alcune donne sono predisposte a sviluppare, in gravidanza, certe forme di orticaria sensibile agli ormoni, ma sono casi rari” spiega Mona-Rita Yacoub, allergologa del Centro di allergologia dell’Ospedale San Raffaele di Milano, specializzato anche nella gestione di donne in gravidanza.
Per quanto riguarda l’insorgenza di rinite allergica in una donna che non è mai stata allergica, la gravidanza non rappresenta un particolare momento di rischio“.

 Che cosa fare se si soffre di allergia e si aspetta un bambino?

La prima cosa da fare è muoversi per tempo, per arrivare alla gravidanza nelle migliori condizioni possibili.
Così, se si soffre di qualche sintomo che può far sospettare un’allergia, è bene consultare un medico allergologo per avere tutte le indicazioni specifiche del caso.

In caso di malattia, si può decidere di iniziare una terapia desensibilizzante (immunoterapia, il cosiddetto vaccino) prima di cercare una gravidanza.
“Questo perché sarebbe meglio evitare, durante la gestazione, sia i test allergologici sia le fasi iniziali dell’immunoterapia, che potrebbero scatenare i sintomi” sottolinea Yacoub.

A gravidanza iniziata, l’indicazione fondamentale è di tenere sotto controllo l’allergia e, a maggior ragione l’asma.

Come spiegato sul portale dedicato alla gravidanza dell’Agenzia italiana per il farmaco, infatti, un asma non controllato può mettere a rischio il feto, perché ne può compromettere l’ossigenazione. C’è quindi un maggior rischio di parto prematuro e di basso peso alla nascita.

Controllo costante e preventivo

Le donne asmatiche in dolce attesa devono essere costantemente monitorate dallo specialista il cui compito, nel trattare la malattia, sarà quello di garantire al feto una adeguata ossigenazione e, per tanto, sarà necessario prevenire eventuali mancanze di ossigeno nella madre.

Affinché non sorgano complicazioni in tal senso, sia nella futura mamma che nel feto, è necessario che l’asma sia sempre tenuta sotto controllo del medico.
Alle donne affette da asma che stanno programmando una gravidanza, gli specialisti raccomandano di consultarsi prima con il ginecologo per progettare un piano terapeutico preventivo che potrebbe prevedere anche il ricorso ad una immunoterapia, è priva di effetti negativi se iniziata prima del concepimento.

shares