Quando Facebook partecipa all’attivazione di processi patologici e contribuisce all’insorgenza e/o alla riacutizzazione di crisi asmatiche in soggetti iper-reattivi. Pubblicato su The Lancet (D’Amato G. et al)

La difficoltà ad elaborare i propri vissuti emotivi e a canalizzarli verso reazioni adeguate e proporzionate al trauma vissuto

La difficoltà ad elaborare i propri vissuti emotivi e a canalizzarli verso reazioni adeguate e proporzionate al trauma vissuto

La difficoltà ad elaborare i propri vissuti emotivi e a canalizzarli verso reazioni adeguate e proporzionate al trauma vissuto può indurre, come nel caso di Marco, a reazioni che attivano in modo abnorme l’arousal psicofisiologico con inevitabili conseguenze sul piano fisico.
Il ricorso a difese primitive, che servono a proteggere l’individuo dall’angoscia della perdita di identità, corrispondono all’attivazione del pensiero operatorio – tipico dell’alixitimico – che si traduce nella risomatizzazione degli affetti: alla sofferenza psicologica, tipica della persona matura si sostituisce la sofferenza del corpo.

La sofferenza vissuta in ambienti “virtuali” è “reale” e non è applicabile una logica aut-aut alla dinamica tra reale e virtuale, serve piuttosto una logica et-et che considera la relazione virtuale una vera e propria forma di comunicazione e di relazione, con tutte le problematiche psicologiche che possono essere correlate. Se solo si considera il tempo dedicato a queste nuove modalità di relazione ci si rende conto di quanti rapporti nascono e si sviluppano nel cyberspazio e, anche se esistono specifiche modalità di “relazione e di reazione” a ciò che accade nel mondo virtuale, al centro vi è sempre la persona con la sua storia, con la propria personalità.

In tal senso la socialità della rete è una socialità fondamentale e ripropone il tema dell’autostima e dell’autoconsapevolezza: personalità fragili, dipendenti, insicure risultano infatti più vulnerabili allo sviluppo di quadri di disagio psicologico o di vere patologie correlate al mondo virtuale. Dal punto di vista clinico la gestione di tali problematiche non è affatto agile in quanto ci si scontra con modi alternativi di vivere la socialità; a ciò si aggiunge il fatto che spesso il soggetto non ha consapevolezza del disagio per cui sono i familiari – ed ancor più spesso il medico di famiglia – che in genere spingono per una valutazione specialistica. Lo sforzo futuro sarà quello di definire con maggiore puntualità le problematiche psicologiche e psicopatologiche connesse al mondo virtuale per mettere a punto specifici interventi terapeutici.

Prof.Gennaro D’Amato 
Per approfondire • Baldoni F, La prospettiva psicosomatica, il Mulino, Bologna, 2010 • D’Amato G.

Capire l’Asma e le Allergopatie Respiratorie. Mediserve, Milano Firenze-Napoli 2009 •D’Amato G, Pellegrino F,

La gestione degli aspetti psicologici nella patologia asmatica. Casi clinici, Mediserve, Milano.Firenze-Napoli, 2011 • Pellegrino F,
Personalità ed autoefficacia, Springer, Milano, 2010

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